PATENTINO DI SALDATURA: QUANDO SERVE?

attrezzatura fiamma


I termoidraulici un po’ più avanti negli anni senza dubbio ricordano che, in un tempo che non è poi così lontano, tubazioni dell’acqua e tubazioni di adduzione gas erano realizzate con due materiali, acciaio o rame, e le giunture potevano essere filettate o saldate. Ed è proprio della saldatura che vogliamo parlare in questo articolo, o meglio del patentino di saldatura, di cui spesso si sente parlare, ma che per molti risulta ancora un mistero, suscitando diversi interrogativi a cui ci prefiggiamo di rispondere nelle prossime righe.


La prima domanda che ci si pone è indubbiamente: “si tratta di una certificazione obbligatoria?”


La risposta, come spesso avviene, non è univoca: dipende dal lavoro che si desidera svolgere. La qualifica e la certificazione sono obbligatorie per quasi tutti coloro che operano nella metallurgia e nella carpenteria metallica, oltre che per chi mette mano su attrezzature in pressione. Per quanto riguarda il settore termoidraulico, i casi principali in cui risulta obbligatorio il possesso del patentino di saldatura sono due: quando si opera su tubazioni realizzate in polietilene e quando si opera su tubazioni che trasportano gas in pressione.


Nel primo caso l’obbligo deriva direttamente dalle norme di riferimento del settore impiantistico dove si specifica, citando la UNI7129, “le giunzioni dei tubi in polietilene possono essere realizzate mediante: [...] raccordi di polietilene [...] con saldatura per fusione a mezzo di elementi riscaldati conformemente alla UNI 10520”. E all’art. 6 della UNI 10520 si legge, per l’appunto, che “i saldatori addetti all’esecuzione dei giunti saldati per elettrofusione devono essere qualificati in conformità alla UNI 9737 per classe attinente la saldatura richiesta.” In mancanza del certificato quindi l’impianto non risulterebbe a norma secondo la UNI 7129.


Nel secondo caso l’obbligo deriva invece dalle attuali disposizioni CEE (Direttiva 97/23/CE, in vigore in Italia dal 2002 e s.m.i. ) relative alle attività di saldatura o brasatura su sistemi ed attrezzature a pressione caratterizzati da pressione massima ammissibile superiore a 0,5 bar, categoria in cui, in virtù delle loro caratteristiche, ricadono anche i componenti-sistemi classici utilizzati negli impianti del ciclo del freddo, così come alcuni impianti di riscaldamento di grandi dimensioni.


Chiarito questo punto, viene ovviamente da chiedersi quanti tipi di patentino esistono.


Vista la quantità delle variabili intrinseche in un processo di saldatura esistono ovviamente diverse “categorie” di certificazione, in base a quelle che sono definite variabili essenziali e, ovvero:
• gruppo di metallo base (acciaio, rame, polietilene);
• metallo d’apporto di saldatura;
• tipo di prodotto (lamiera o tubo);
• tipo di giunto (testa a testa e d’angolo):
• procedimento di saldatura;
• dimensioni (spessore e diametro esterno del tubo);
• posizione di saldatura;
• particolari di saldatura (sostegno, saldatura da un solo lato, saldatura da ambedue i lati, strato unico, strati multipli, saldatura a sinistra, saldatura a destra).
Considerando tutti questi fattori risulta evidente come le qualifiche di saldatura siano innumerevoli. Vale comunque la regola per cui una prova di qualificazione forma il saldatore non solo per le condizioni usate nella prova, ma anche per tutti i giunti considerati più semplici.


Un ultimo dubbio riguarda certamente il come si ottiene questa certificazione: bisogna superare un test scritto? Un’interrogazione orale? Una prova pratica?


Nella fase di qualificazione dei saldatori si deve valutare in modo particolare I’abilità manuale dei saldatori nel maneggiare l’elettrodo/torcia di saldatura/cannello di saldatura, al fine di ottenere una saldatura di qualità accettabile. L’iter per la certificazione di saldatore è quindi suddiviso in diverse fasi:
• Il saldatore svolge una prova pratica di saldatura su una piastra o su un tubo in presenza di un ’ispettore autorizzato; il saggio di prova dovrà essere saldato secondo una Specifica di saldatura o WPS, che ne identifica il campo di validità (spessori, modalità di saldatura, tipologie di giunti, …).
• In base alle diverse tipologie, il giunto saldato sarà sottoposto a prove distruttive e/o non distruttive (Prova di frattura, Radiografia, …)
• L'esito delle prove, e quindi il superamento dei requisiti richiesti dalle diverse normative Uni En, determina il rilascio del Patentino.


Concludiamo questo articolo ricordando che questo patentino ha una validità di due anni, trascorsi i quali il saldatore dovrà procedere al rinnovo del patentino rieseguendo, alla presenza di un ispettore le stesse prove di saldatura realizzate in fase di certificazione.


Ing. Alfero Daniele
Collaboratore Tecnico
Professional Team